Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, in un’intervista ad Alice Pace della rivista Wired fa il punto sulla terapia genica nella cura di una serie di rare malattie genetiche.
Le biotecnologie si basano su princìpi e tecniche che usano organismi (procarioti, eucarioti e virus) per migliorare le caratteristiche produttive o per sviluppare microrganismi utili per altre applicazioni.
Inserire del DNA all’interno delle cellule per curare alcune patologie: si chiama terapia genica, ed è appunto una biotecnologia mediante la quale gli scienziati assumono il comando delle singole cellule del corpo per costringere i geni difettosi a lasciar spazio a quelli corretti.
È una frontiera terapeutica al centro di una vera e propria rivoluzione, ovvero il passaggio dal laboratorio, dalla sperimentazione, alla pratica clinica.
Al tempo stesso prendono piede anche nuove tecnologie, come quelle per il “ritocco” del genoma. Ma soprattutto in un momento storico in cui si stanno diffondendo i big data, le “grandi [masse di] dati” [il termine indica genericamente una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore o conoscenza], le cui applicazioni in questo campo sono di fondamentale importanza.
Ne parla con Alice Pace della rivista Wired il genetista Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (Tiget) e autore, assieme al suo team, dei primi successi clinici della terapia genica contro malattie gravi come la leucodistrofia metacromatica, la sindrome di Wiskott Aldrich e la talassemia. Le ricerche di Naldini e del suo team stanno permettendo di trattare con successo un numero sempre crescente di pazienti affetti da queste malattie.
I nostri medici, ricercatori e scienziati sono i migliori al mondo.
Grazie per il vostro impegno e per tutto quello che fate per i malati.
Buonasera volevo lasciare la mia testimonianza per ciò che mi e capitato lo scorso anno: TUMORE ALLA PROSTATA.5 + 4. Non avevo mai avuto nessun avviso ma purtroppo e andata così. Ora sono in cura. Volevo un appuntamento con il professore. Sono di Catabzaro . Grazie