L’attività della Casa editrice Giuseppe Principato, oggi con sede in Milano, ha avuto inizio oltre cento anni fa, nel 1887 per la precisione, a Messina. In coerenza con lo stile che ha sempre contraddistinto chi l’ha guidata nel tempo, ha superato il secolo di attività editoriale senza frastuono di sorta. Si è preferito, più che dar fiato alle celebrazioni, chiassose e consuete ormai per chi raggiunge qualche lustro di attività, lasciare che a parlare fossero le opere pubblicate.
Nel 1887 a Messina la vita culturale era vivacissima e poteva contare sull’Accademia Peloritana (dei Pericolanti), la Società di Storia Patria e l’Università, che si preparava a celebrare il 350° anniversario della sua fondazione.
Fu in questo ambiente che Giuseppe Principato, ventinovenne (Messina, 18 maggio 1858; il padre, Stellario, proveniva dalla provincia), aprì la propria bottega di libraio, nel Palazzo Belviso, in piazza Annunziata 9.
«Libreria Maurolico. Dal nome del famoso scienziato messinese ha voluto intitolare l’operoso e intelligente signor Giuseppe Principato la sua libreria, aperta in questi giorni in piazza Annunziata […]. Il Principato ha saputo guadagnarsi la fiducia delle principali Case Editrici d’Italia, che hanno a lui commesso la loro rappresentanza e il deposito delle loro pubblicazioni, come i Fratelli Treves di Milano ed Ernesto Anfossi di Napoli. È una libreria, variamente ricca di volumi di lettere e di scienze, e non solo italiani ma anche stranieri, che noi salutiamo con vero piacere perché essa oramai può fornire quotidianamente ai nostri studiosi tutte le importanti pubblicazioni italiane, le quali arriveranno con la ferrovia e col vapore, e non più con la vettura Negri.»
[“Gazzetta di Messina”, 31 marzo 1887]
Al tempo a Messina esistevano altre librerie, ma dalle parole della “Gazzetta” si comprende che esse venivano considerate insufficienti alle esigenze della città.
Giuseppe Principato dette prova immediata del suo dinamismo, facendo inserire le proprie “Novità Bibliografiche” nella pagina della cronaca cittadina della “Gazzetta di Messina”.
Un popolare romanzo di Antonio Caccianiga, Il bacio della contessa Savina. In calce, l’elenco delle librerie presso cui era possibile acquistarlo in tutta Italia. Ultima, in ordine geografico, Principato.
Inoltre si avvaleva della pubblicità sui periodici per far conoscere le pubblicazioni destinate all’assai proficuo mercato “popolare”, come le opere della Cordelia, di Caccianiga, di Castelnuovo, di Capuana.
Non occorse molto tempo perché l’attivo libraio divenisse intraprendente editore. Nel 1892 egli inaugurò la sua prima collana editoriale, la “Biblioteca Storica Siciliana”, con La Sicilia nella battaglia di Lepanto, del messinese barone Giuseppe Arena Primo, che sarebbe perito nel terremoto del 1908.
Fra le altre opere pubblicò anche La Commedia di Dante Alighieri. Prima traduzione in dialetto siciliano di Tommaso Cannizzaro (1904).
Sposato con Antonietta Nicotra, Giuseppe ebbe due figli, Ettore e Manfredi, nati a Messina rispettivamente il 23 gennaio 1890 e il 2 aprile 1891. Da “uomo dagli occhi molto aperti” (Trasselli), mandò il figlio Ettore a Milano a far pratica presso l’editore Treves. La casa editrice Fratelli Treves, specializzata in edizioni di grande tiratura, all’epoca era una delle maggiori, insieme a Sonzogno e Vallardi.
È ragionevole pensare che Giuseppe Principato, mandando il figlio a Milano, avesse in mente un programma editoriale di vasto respiro, per superare l’angusto mercato locale.
A Milano Ettore Principato dimostrò subito la sua intelligenza, tanto da accattivarsi la simpatia di un uomo notoriamente rigorosissimo, l’editore Ulrico Hoepli.
Fu proprio Hoepli che, dopo il terremoto del 28 dicembre 1908 che distrusse Messina, nel quale perì anche Giuseppe Principato, gli consigliò di riaprire senza indugio la libreria.
Viale San Martino a Messina, la seconda sede della libreria Principato, negli anni Venti del secolo scorso.
Così Ettore Principato riaprì l’attività di famiglia in una baracca. In seguito, venne trasferita in viale San Martino 141-143; la riapertura sarebbe avvenuta il 9 giugno 1911. Risulta che la società di fatto tra i due fratelli Ettore e Manfredi Principato fu costituita, e l’attività iniziata, nel 1909.
Nell’anno 1911, Principato pubblicò La tetra fremente, Calabria e Messina, 1907-1908, di Jean Carrere, con prefazione del poeta messinese Tommaso Cannizzaro. Il volume fu dedicato “alla memoria paterna”. Nel 1912 uscì Messina prima e dopo il disastro, che si avvalse dell’opera di noti eruditi del tempo.
Principato cominciò quindi a creare le sue collane editoriali, alcune delle quali diverranno di capitale importanza per la cultura del tempo.
Il primo dei due VOLUMI dedicati da Attilio Momigliano ad Alessandro Manzoni nella collana “Storia critica della letteratura italiana”.
Inizia con la “Storia critica della letteratura italiana”, composta di agili volumetti elegantemente rilegati in tela verde, che venivano venduti al prezzo di lire 2 cadauno. Vi si trovano titoli come A. Manzoni di Attilio Momigliano (in due volumi) e Lorenzo il Magnifico di Massimo Bontempelli. L’editore offriva anche un’allettante forma di acquisto: l’abbonamento a 6 volumi a scelta per lire 7 e a 12 volumi per lire 13. Franco di porto, con pagamento anticipato inviando ordinazioni e vaglia alla Casa Editrice G. Principato, Messina.
È certo che agli studenti, anche forestieri, vendesse a credito.
Ettore Principato intuisce che per poter concorrere con i grandi editori del nord bisogna ricorrere alle pubblicazioni di qualità e la prima qualità del libro è la qualità degli autori.
Perciò entra in relazioni d’affari, che spesso si trasformano in relazioni di amicizia, anche lunghe e intense, con alcuni grandi nomi della cultura italiana del tempo. In ciò l’Università di Messina, che per tradizione aveva visto tra i suoi docenti sempre uomini di grande valore, gli fu di grande aiuto.
Tra questi, Concetto Marchesi, che nel 1914, a 36 anni, aveva vinto il concorso per la cattedra di letteratura latina della Facoltà di Lettere e Filosofia, fu certamente quello che instaurò legami di amicizia che divennero sempre più stretti, e la prova di quanto fossero saldi si ebbe nella temperie della lotta di liberazione.
Ma probabilmente l’incontro più importante fu quello con Giovanni Gentile.
Il filosofo assunse la direzione di una delle più fortunate collane editoriali di Principato, la “Biblioteca di Filosofia”. In questa collana furono pubblicati i tre volumi di Le origini della filosofia contemporanea in Italia (1917-23). La collana ospitò anche l’edizione originale della prima opera pubblicata da Marchesi presso Principato, Seneca (1920). Altre importanti iniziative editoriali di Principato furono la “Biblioteca storica”, diretta da Pietro Egidi, e la “Biblioteca matematica”, diretta da G. Scorza.
Principato fu anche l’editore di riviste come il “Giornale critico della filosofia italiana” e la “Rivista storica italiana”, dirette rispettivamente da Gentile e da Egidi.
L’editoria per la scuola è un filone importante della Casa editrice, che pubblica anche La France par les textes et par les images di Lucie Gugenheim, con il marchio “Librairie Giuseppe Principato-Messina”.
[CONTINUA]
[Riduzione e adattamento da Matteo Steri, “La Casa Editrice Principato”, in Marchesi e i suoi editori]
LINK UTILI
L’Associazione Concetto Marchesi a Gallarate
L’AUTORE
Matteo Steri, avvocato, giudice di pace e uomo politico, nonché raffinato bibliofilo, ha diretto l’Archivio Concetto Marchesi a Cardano al Campo (Varese).
Siciliano di Sciglio, frazione di Roccalumera, Messina, dove nacque nel 1940, è scomparso nel settembre 2014.