Un colpo d’occhio sulle prove INVALSI 2019: i criteri di scelta del campione, le materie oggetto delle prove, e un veloce riassunto dei risultati. Il tutto tratto dal rapporto dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, che oltre ai dati statistici fornisce una serie di approfondimenti molto interessanti sul “sistema scuola” italiano.
Le prove INVALSI vengono sostenute da tutti gli studenti delle classi oggetto di rilevazione; sul totale delle scuole e delle classi partecipanti viene estratto un campione con metodo a due stadi: nel primo stadio sono campionate le scuole e nel secondo, di norma, due classi intere per ogni scuola selezionata allo stadio precedente.
Il campione 2019 è costituito da 25.518 studenti di seconda primaria, 26.336 studenti di quinta primaria, 30.994 studenti di terza secondaria di primo grado, 40.645 studenti di seconda secondaria di secondo grado, 39.480 studenti di quinta secondaria di secondo grado. Il campione nazionale è rappresentativo delle macro-aree e delle regioni in cui l’Italia è suddivisa e, per la scuola secondaria di secondo grado, di cinque tipologie di scuola: Licei classici, Licei scientifici, altri tipi di liceo, Istituti tecnici, Istituti professionali.
I dati sul quale il rapporto INVALSI 2019 è costruito sono quelli relativi agli studenti delle classi campione.
Le prove del 2019 nella scuola primaria sono state proposte agli alunni in forma cartacea, nella scuola secondaria di primo e secondo grado, invece, le prove sono state proposte agli studenti tramite computer (Computer Based Test).
Tutti gli studenti di ogni grado scolare hanno sostenuto una prova di Italiano e una di Matematica. Gli studenti del grado 5, del grado 8 e del grado 13 hanno sostenuto anche due prove di Inglese: una di comprensione dell’ascolto (Listening) e una di comprensione della lettura (Reading).
Considerando il livello 3 come livello di adeguato raggiungimento dei traguardi delle Indicazioni Nazionali e delle Linee Guida, al grado 8 la percentuale di alunni che in Italiano non raggiunge tale livello è nel Nord Ovest del 30%, nel Nord Est del 28%, nel Centro del 32%, nel Sud del 40% e nel Sud e Isole del 46%.
In Matematica il quadro peggiora e appare ulteriormente differenziato fra le diverse aree del Paese: la percentuale di alunni che non arriva al livello 3 è del 32% nel Nord Ovest, del 28% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 48% nel Sud e del 56% nel Sud e Isole.
Al grado 10, non raggiunge il livello 3 in Italiano il 21% degli studenti del Nord Ovest, il 20% degli studenti del Nord Est, il 29% degli studenti del Centro, il 40% degli studenti del Sud e il 44% degli studenti del Sud e Isole; in Matematica le corrispondenti percentuali sono, nell’ordine, il 25%, il 22%, il 37%, il 51% e il 57%.
Infine, al grado 13, la quota di studenti che non arriva al livello 3 è in Italiano del 22% nel Nord Ovest, del 23% nel Nord Est, del 34% nel Centro, del 46% nel Sud, del 50% nel Sud e Isole.
In Matematica le percentuali salgono, rispettivamente, al 27%, al 26%, al 43%, al 55% e al 60%.
Differenze analoghe a quelle che si riscontrano fra le macro-aree in Italiano e in Matematica si osservano anche nella distribuzione degli studenti per livello di conoscenza della lingua inglese.
Nella prova di ascolto, la percentuale di alunni che al grado 5 non raggiunge il livello stabilito (A1) dalle Indicazioni Nazionali per il ciclo primario è tra il 12% e il 13% nell’Italia settentrionale e centrale, ma sale al 20% e al 26% nel Sud e nel Sud e Isole.
Queste percentuali crescono nel corso dell’itinerario scolastico in tutto il Paese mentre nel contempo si ampliano le differenze tra le macro-aree: la quota di studenti che al grado 8 non arriva al livello prescritto (A2) è del 30% nel Nord Ovest, del 25% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 54% nel Sud e del 61% nel Sud e Isole. Al grado 13 la percentuale di studenti che non raggiunge il livello previsto (B2) dalle Indicazioni Nazionali e dalle Linee Guida per il secondo ciclo è di circa il 50% nelle due macro-aree del Nord-Italia, del 64% nel Centro, del 79% nel Sud e di ben l’84% nel Sud e Isole.
Nella prova di lettura i risultati sono migliori, ma l’andamento è lo stesso che si osserva per la prova di ascolto. Al grado 5 le differenze tra le macro-aree sono contenute: gli alunni che non raggiungono il livello A1 sono tra il 9% e l’11% nell’Italia settentrionale e centrale, e aumentano di alcuni punti, al 14% e al 17%, rispettivamente, nel Sud e nel Sud e Isole. Al grado 8 la percentuale di alunni che non arriva al livello A2 è il 16% nel Nord Ovest, il 13% nel Nord Est, il 19% nel Centro, il 30% nel Sud e quasi il 39% nel Sud e Isole. Al grado 13 gli studenti che non raggiungono il livello B2 sono il 35% nelle due macro-aree del Nord-Italia, il 48% nel Centro, il 59% nel Sud e il 66% nel Sud e Isole.
Nel corso dell’itinerario scolastico, i risultati in Italiano e in Matematica dal grado 2 al grado 13 e in Inglese dal grado 5 al grado 13 calano progressivamente dal nord al sud. Nella scuola primaria le differenze tra le macro-aree sono piccole e in generale non significative statisticamente. In terza secondaria di primo grado, invece, i punteggi medi delle macro-aree tendono a divergere significativamente tra loro, tendenza che si consolida ulteriormente nella scuola secondaria di secondo grado, riproducendo il quadro che emerge anche dall’indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment), dove il nord ottiene risultati superiori sia alla media italiana che alla media OCSE, il centro ha un risultato in linea con la media dell’Italia, più bassa della media OCSE, e il sud e le isole hanno risultati inferiori sia alla media italiana che alla media OCSE.
Il sistema scolastico nell’Italia meridionale e insulare non solo continua ad essere meno efficace in termini di risultati conseguiti rispetto all’Italia centrale e soprattutto settentrionale, ma appare anche meno equo: la variabilità dei risultati tra scuole e tra classi nel primo ciclo d’istruzione è consistente e in ogni caso più alta che al nord e al centro, così come sono più alte le percentuali di alunni con status socio-economico basso che non raggiungono livelli adeguati nelle prove. In particolare, destano forti preoccupazioni gli esiti di alcune regioni: Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Tuttavia, rispetto al 2018, alcune variazioni in positivo si osservano nelle quote di alunni che raggiungono i traguardi previsti al termine del primo ciclo d’istruzione e del biennio del secondo ciclo, in particolare nella macro-area Sud.
[dal Rapporto Prove INVALSI 2019]
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